
04 Mar Porcellane toscane: prodotte dai maestri artigiani fiorentini
porcellane toscane: prodotte dai maestri artigiani fiorentini
In questo articolo scopriremo come nacquero le porcellane toscane.
Quando Marco Polo, nel 1295, tornò dal suo viaggio nella Cina, allora Catai, portò con sé alcuni oggetti di rara bellezza sconosciuti agli europei, con forma estetica resa permanente da un materiale lucido, duro e resistente.
La storia della porcellana inizia così, i maestri fiorentini, già all’avanguardia nella lavorazione delle terrecotte, ne rimasero abbagliati e ne volevano emulare la tecnica per fornire tanta bellezza al mercato europeo e quindi cominciarono a lavorare nuovi materiali, oltre l’argilla, ottenendo si una porcellana ma con il limite della fragilità, avevano ottenuto una porcellana tenera, non paragonabile a quella cinese, successivamente sentiremo parlare delle porcellane toscane.
Molteplici tentativi si alternarono in tutta l’Europa e i maestri delle botteghe di vasellame, artigiani di lungo corso e custodi della tradizione dovettero aspettare sino all’inizio del 1700.
La nascita della porcellana
Allorquando un alchimista tedesco, a dire il vero impegnato in altra ricerca, compose una miscela composta da caolino, da feldspato e quarzo cotta a 1300 gradi centigradi e successiva ricottura a 900 gradi centigradi utili a fissare lo strato di rivestimento trasparente o colorato che dà lucentezza al prodotto ed esalta i disegni o le decorazioni applicate sulla superficie del pezzo.
Il momento della scoperta dell’impasto fu quello decisivo circa la produzione della porcellana e finalmente della porcellana europea.
Infatti oltre che in Germania anche in Italia, in Francia e in Inghilterra furono impiantate nuove botteghe con produzioni di porcellane che divennero le eccellenze dei luoghi di produzione, basti pensare alle porcellane di Sevres, a quelle di Capodimonte, alle Ginori prodotte in Toscana, alle porcellane di Dresda.
Le porcellane toscane: l’eleganza italiana
In particolare le porcellane toscane e le Ginori in particolare, racchiudono in ogni pezzo la bellezza, come ordine principale della produzione; l’eleganza della composizione che ne fanno dei pezzi unici, la classe di un prodotto di altissimo livello e la versatilità del materiale con le più svariate forme artistiche che si esaltano con lo splendore del bianco che incanta ogni osservatore, e che viene conferito alla porcellana dal componente caolino le cui tonalità possono essere variate.
Ossia in aumento preriscaldando la porcellana in ambiente ossidante e poi cotto in forno con temperatura alta oppure in ambiente riducente con raffreddamento naturale in ambiente neutro.
Il risultato che si ottiene è un bianco candido e brillante.
La porcellana e le sue applicazioni
La porcellana con le sue applicazioni in campo artistico e le produzioni di oggetti di portata e di arredo divenne così molto apprezzata e desiderata dalle corti europee imperanti nel 1700 e 1800, per le quali era un vanto poter esporre o adornare sale con oggetti in porcellana bianca o imbandire tavole con zuppiere e piatti con quel materiale definito “oro bianco” tanto era il desiderio di poterlo mostrare al resto del mondo.
Le produzioni ambite erano in particolare zuppiere, piatti, vasellame, pezzi dai morbidi rilievi ed eleganti contenitori per tutte le pietanze, piatti per portate di pesce con sottili rilievi e raffinate geometrie.
La porcellana disponibile per tutti
Ma la bellezza non poteva essere appannaggio solo dei ricchi e le botteghe artigiane, specialmente quelle toscane, cominciarono a produrre la porcellana di qualità e soprattutto alla portata anche dei ceti ai quali prima era interdetta, così la grande varietà di prodotti dal vasellame ai piatti ai soprammobili o anche oggetti di uso quotidiano con stili tra i più vari e fantasiosi, moderni o classici ma sempre di alto valore estetico, furono alla portata di tutti.
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